D’impressione cubista e futurista,la figura si decompone e geometrizza in un assemblaggio volumetrico generato dalla tessitura del colore in infinite variazioni. La realtà è divorata dal gesto dell’artista, da quella affannosa ricerca d’unità che conduce alle inquiete profondità dell’inconscio. Il terzetto di occhi tra le giocatrici suggella l’inaccessibilità dell’animo umano destinato alla fatalità del proprio dualismo intimo. Vittorio Sgarbi 

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