Nel confronto di diverse esperienze, di una diversa ‘nascita’ culturale, si sviluppa il lavoro di tre interessanti operatori che vediamo riuniti in questa esposizione (Galleria 5×5 – via Garibaldi Roma, ndr). La coincidenza della volontà di rappresentazione attraverso il filtro della memoria li accomuna e li rende tra loro oggetti di osservazione e soggetto di analisi.
Agugiaro spinge alla citazione la memoria epica del mito, ne rivela l’inconsistenza narrativa per determinarne il fascino dell’impossibile e il gusto atavico dell’uomo per il ‘fuori da sé’. Le sue favole sono occasioni di ripensamento sulla pittura dove alle ricostruzioni assai libere dell’immagine si giunge con una forma pittorica avvolgente e spiraliforme; è la pittura che indaga su sé stessa, che ricerca l’origine delle paure, dei timori dell’uomo per confrontarli con il mistero della presentazione.
MASSIMO RIPOSATI (1985)

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